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Ricerca per tag: 'gioco d'azzardo illegale'

TANTO SE NON LO FACCIO IO, CI PENSA QUALCUN ALTRO.

SIAMO SICURI CHE LA MOSSA ARGOMENTATIVA ILLUSTRATA NEL TITOLO ABBIA UNA VALIDITÀ ASSOLUTA O MERITA DI ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE?


 Il gioco d'azzardo , normalmente vietato, in Italia può essere esercitato solo dallo Stato , o direttamente o attraverso suoi concessionari. La giustificazione che si fornisce a tale scelta è che se non lo gestisse lo Stato, il gioco d'azzardo cadrebbe in mano alle mafie, il che sarebbe peggio, anche perché la criminalità organizzata non darebbe alcuna garanzia di correttezza e responsabilità nel suo esercizio.

Insomma, la logica è: la mia azione può essere considerata reprensibile, ma se non la compio io, la compirà qualcun altro e la conseguenza negativa si verificherà comunque .

Quella che precede è una mossa argomentativa di sicuro effetto e molto utilizzata, anche e forse soprattutto quando si ha qualcosa da perdere a non compiere l'azione discutibile, o si ha qualcosa da guadagnare a compierla .

I dipendenti dall'azzardo, ammalati di GAP, sono oggi in Italia ottocentomila, e tre milioni le persone che rischiano di ammalarsi. E allora? Siamo sicuri che la scelta giusta sia quella di una gestione diretta del gioco d'azzardo da parte dello Stato, e non piuttosto una concreta azione di prevenzione e repressione verso il gioco d'azzardo illegale.

Come in un numero di prestidigitazione, l'argomento ci inganna distogliendo il nostro sguardo dalla mano che esegue il trucco.

E già, perché nonostante si cerchi di far credere il contrario, anche il gioco d'azzardo legale, quello che si gioca responsabilmente, organizzato dallo Stato, nuoce alla salute e crea povertà e disperazione, alimentando l'illusione di una ricchezza irraggiungibile.

Le azioni dovrebbero essere giudicate in relazione al contributo che forniscono per fare del mondo un posto migliore, non in base a mosse argomentative ingannevoli .

Immaginiamo che alcuni nostri amici siano intenzionati a compiere un omicidio e non ci sia modo di dissuaderli. Se l'omicidio lo compiamo noi, siamo senza colpa, perché tanto qualcuno lo avrebbe commesso comunque?

L'idea è ovviamente assurda, eppure è esattamente la logica utilizzata dallo Stato per giustificare la sua gestione del gioco d'azzardo e generalmente accettata.

Postato il 28/10/2013 09:49 in 'Aggiornamenti' da Asteriti Avv. Osvaldo
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Tags: gioco d'azzardo - gioco d'azzardo legale - GAP - dipendenza - gioco d'azzardo illegale

Con l'azzardo vincono solo le mafie

dal sito 'narcomafie.it' un'altra visione delle problematiche legate al gioco d'azzardo.


Il gioco d'azzardo, più che una risorsa fiscale, è una risorsa per le mafie. Lo dimostra il sequestro di beni per 5 milioni di euro effettuato oggi dai Carabinieri ai danni del clan 'ndranghetista dei Lucà. L'organizzazione indagata riciclava i proventi del narcotraffico acquistando dal reale vincitore del 'Superenalotto' le schedine vincenti e e si faceva poi accreditare le vincite dalla Sisal di Milano su appositi conti correnti.

Il provvedimento di sequestro, che ha riguardato anche due immobili a Marina di Gioiosa Jonica è stato emesso dalla Corte d'Appello di Catanzaro, nei confronti di Nicola Luca', esponente della cosca Mancuso, già condannato a 14 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L'ennesimo esempio di come mafia e gioco d'azzardo siano legati.

L'ultimo numero di Narcomafie entra nel dettaglio di queste relazioni pericolose. Sorprendenti i numeri dell'inchiesta: dal 2003 si è assistito a un incremento della spesa delle famiglie destinata al gioco e dai 17,3 miliardi del 2003 si è passati a 35,4 nel 2006, per arrivare ai 54,4 del 2009. E per il 2010 si prevede di superare i 60 miliardi. Un'industria del calibro di Fiat, Telecom e Enel, con un fatturato che nel 2009 ha raggiunto il 3,7% del Pil ma di cui solo 8,8 miliardi di euro sono tornati all'erario. La crescita delle entrate dello Stato è inversamente proporzionale allo sviluppo del gioco: si è vista una riduzione del prelievo erariale dal 29% nel 2004 sino al 16% del 2009. Le newslot, capaci di raccogliere nell'ultimo anno oltre 25 miliardi di euro, raccolgono il doppio della cifra, ma gli altri 25 miliardi sfuggono alle registrazioni. Il business delle macchinette alterate riguarda 300mila postazioni, ed è quasi impossibile controllarlo. La regolazione del gioco in Italia è talmente deficitaria che la criminalità organizzata non si preoccupa neppure di imbastire un sistema di gioco d'azzardo illegale: le basta inserirsi nei circuiti legali. Sono stimati in 2 miliardi e mezzo gli introiti della "mafia da gioco" nel solo 2009. Del resto basta guardare al numero di Procure impegnate su questo tema nell'ultimo anno, ben 12, da Catania a Genova, passando per Palermo, Caltanissetta, Potenza, Ancona, Reggio, Napoli, Roma e Firenze. E poi su fino a Torino e Milano. È un business che non conosce confini.

Il dossier di Narcomafie non trascura però di affrontare altri aspetti del problema, dalle dipendenze all'aumento di giocatori patologici. Costi sociali per cui lo Stato non fornisce adeguate risposte né di prevenzione né i cura.

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